La ripresa del mercato immobiliare italiano
Il rapporto immobiliare del 2015 realizzato dall’Agenzia delle entrate ed Abi sono positivi, un dato fondamentale per la finanza.
Il mercato italiano è in ripresa dopo sette anni di stagnazione. Nel 2014 si è arrivati a ben 421mila vendite con un incremento pari al 3.5%.
Le compravendite sono in crescita così come la richiesta, e l’ottenimento, dei mutui che sono aumentati del doppio mentre, su base annua, arriva a quota 10%.
Un numero sempre maggiore di famiglie decide di acquistare casa, anche grazie alla riduzione della rata mensile ,contribuendo quindi a riattivare l’economia nazionale. L’incremento delle compravendite viene spiegata sia con l’abbassamento dei costi delle abitazioni che con la discesa dei tassi d’interesse; inoltre, anche in questo settore si registrano dei segnali di fiducia e di ottimismo per il futuro.
Le aree geografiche nelle quali il fenomeno è maggiormente diffuso sono il centro ed il nord est che sfiora il 5%. Invece, il Mezzogiorno si attesta su dati più bassi, esattamente sull’8% e sul 2% per le due Isole maggiori. I migliori risultati sono conseguiti dalle grandi città come Bologna, Genova e Roma che si raggiunge il + 13%. Immediatamente dopo si piazza Firenze, Torino e Milano con il +5% seguita da Palermo. In controtendenza la situazione di Napoli che, a differenza degli altri grandi agglomerati urbani, vede calare le vendite del 3.7% rispetto al 2013.
Un dato interessante che emerge dal rapporto riguarda la superficie totale dell’immobile acquistato che è aumentato del 5% anche se nei capoluoghi la superficie è minore perché si attesa su 98 metri quadrati.
La ripresa delle compravendite incide sul fatturato complessivo di questo settore che, per il 2014, arriva a 72.1miliardi, registrando un rialzo pari al 6.8%. Buone notizie arrivano dall’indice di affordability che, per l’anno passato, è in rialzo di 2.3 punti percentuali.
Anche per quanto riguarda i prezzi si sottolinea una decrescita; in particolare sono diminuiti del 12.8% se paragonati al 2008 e del 3.5% se riferiti al 2013.